VISIBILITA’ SCARSA - Duecento file di sedie almeno che si susseguivano su uno spazio lungo e stretto, completamente piatto e incertamente perimetrato, stretto com’era tra condomini, palazzi pubblici e il mare. Il disordine generale era quanto meno non disincentivato dal gran numero di vigilantes intenti a regolarsi caso per caso e così impegnati nel loro lavoro di smistamento da non preoccuparsi di rappresentare un ulteriore ostacolo alla vista del palco, nel loro agitarsi tra un settore e l’altro, brandendo la torcia. Perfino la sindaca di Molfetta, Paola Natalicchio, ha faticato a trovare collocazione.
«VIP» E RITARDATARI - E a questo caos incontrollato, contribuivano anche altre due circostanze. La prima: le inveterate abitudini meridionali di brigare per avere posti omaggio e comunque arrivare tardi, magari anche un’ora dopo l’inizio del concerto, reclamando comunque il proprio posto in zona vip, «aggiungiamo una sedia in quel corridoio, che fa, non vorrà mica che vada via di qua scontento?». Pretese che avevano l’effetto di uno smottamento continuo di file e di posti, di spettatori e addetti ai controlli.
GLI SPETTATORI DAI BALCONI - La seconda circostanza era la disponibilità di innumerevoli «posti gratuiti naturali» offerti dai balconi dei palazzi posti praticamente a ridosso del palco, e dalle finestre del mercato del pesce. Posti laterali? Certo, ma anche tra i più vicini al centro della scena, come quelli pagati profumatamente da chiunque scelga un posto di tribuna, sugli spalti, quando uno spettacolo viene allestito in uno spazio più consono — un anfiteatro? uno stadio? un palazzetto? — di un lungo e stretto parcheggio per le macchine. Risultato: pubblico rumoroso e a tratti inevitabilmente distratto, calore degli applausi disperso nonostante le frequenti sollecitazioni dal palco, gioco di luci efficace solo in parte data la lunghezza spropositata del campo su cui dovevano proiettarsi, liti e proteste reiterati in ogni angolo. Molfetta non ha meritato neppure l’atteso bis, di prassi alla fine di ogni concerto.
GLI INVITI DELLA CANTANTE - Giorgia, infatti, si è accorta del caos, altroché. Ha interrotto la performance, all’inizio, tentando di costringere il pubblico a sedersi per dare agio a tutti di ascoltare, se non di vedere. Ha scherzato con gli abusivi dei vicinissimi condomini («L’anno prossimo vengo a fare le vacanze sul balcone di casa vostra, gratis»). Alla fine si è arresa anche lei. Sulla sua pagina facebook, insieme ai numerosi complimenti, altrettanti inviti a scegliere meglio i partner locali e location per i concerti.
fonte: corriere del mezzogiorno
fonte: corriere del mezzogiorno
ma il sindaco che domenica mattina prima del concerto ha detto di aver rinunciato al biglietto gratuito, come ha fatto ad acquistarne uno se era tutto esaurito?
RispondiEliminaCerto che un blog appena nato che scrive cavolate a ripetizione, scopiazzando qua e là da altri sedicenti blog (di Treviso) e che quindi non hanno assistito al concerto, parte proprio male. Anzi malissimo.
RispondiEliminaLe file non erano più di 200, bensì una novantina; Giorgia non ha MAI interrotto il concerto; è stata felicissima dell'evento; è stato consentito l'ingresso del pubblico ben oltre l'orario di inizio previsto (le 21:30), proprio perché nei paesi limitrofi la pioggia non aveva dato tregua e si erano creati allagamenti, causando non poche difficoltà al pubblico pagante che arrivava da fuori.
La presenza di maxischermi era prevista, ma il pericolo pioggia e vento ne hanno reso proibitiva l'installazione, per ragioni di pubblica sicurezza.
Prima di parlare a vanvera, dichiarare bugie spacciandole per verità, magari ci si può informare a dovere. Ma si sa, il giornalismo in Italia, come tante altre cose, è in profonda crisi, forse irreversibile. Per tutto il resto, possono sempre esserci le denunce. Buona continuazione e buone chiacchiere di provincia.
Guarda che quest è un articolo del corriere del mezzogiorno!
EliminaNon mi sembra una fonte poco autorevole, anzi!!!
Guarda che del Corriere del Mezzogiorno c'erano 4 persone: 3 che scrivono di cultura (accreditate) e 1 che scrive di politica, autrice dell'articolo non accreditata. Capisci a me....
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