Disoccupazione record e boom di cassintegrati "Primo maggio di lutto"


Anche quest'anno non sarà una festa. Il primo maggio dei lavoratori pugliesi si prospetta piuttosto come una giornata all'insegna della lotta e della speranza di un posto di lavoro. La crisi infatti non smette di mordere e bruciare occupazione. Lo dimostrano i dati diffusi dall'Istat, lo conferma Unioncamere che nei giorni scorsi ha pubblicato le cifre dei fallimenti d'impresa (+56 per cento in Puglia l'anno scorso). Ma non mancano i segnali in controtendenza. Interi distretti industriali, come l'agroalimentare e la meccatronica stanno recuperando posizioni. Altri potrebbero presto invertire la rotta. Il saldo tra occupati e licenziati nel 2013 è positivo. Le multinazionali estere non smettono di investire nel tacco d'Italia e si assiste anche al ritorno delle produzioni delocalizzate anni fa. "È vero, c'è qualche spiraglio, ma è insufficiente. Sarà ancora un primo maggio ad alta tensione  -  taglia corto Pino Gesmundo segretario generale della Cgil Bari  -  ci sono grandi nodi da sciogliere. Bisogna trovare politiche di sviluppo altrimenti non ne usciamo".

Intanto da Taranto a Ginosa, passando per Bari e Molfetta, non sono poche le iniziative di sindacati e operai che si mobilitano per celebrare la festa dei lavoratori all'insegna della resistenza. Ai concerti di Bari e del capoluogo jonico si aggiunge la manifestazione congiunta di Cgil, Cisl e Uil a Molfetta che ha la sicurezza sul lavoro come tema principale. I dipendenti di Miroglio, Natuzzi e Tbm invece passano insieme il loro primo maggio davanti ai cancelli dell'azienda miroglina di Ginosa, proprio quella che pochi giorni fa gli stessi dipendenti hanno promosso con uno spot autoprodotto che ha fatto il giro d'Europa.

La mancanza di lavoro è un dramma che riguarda tutta la regione. Per comprendere la gravità del fenomeno bisogna riprendere gli ultimi dati Istat: i pugliesi in cerca di lavoro sono 286mila. Se si unissero formerebbero la seconda città più popolosa della Puglia, dopo Bari. Il tasso di inattività è del 47 per cento (quello femminile al 61 per cento). La disoccupazione è passata dal 15,7 del 2012 al 19,8 dell'anno scorso. Solo a Bari il dato sfiora il 14 per cento, al di sopra della media nazionale. A marzo, come conferma anche la Cisl barese, le tre forme di cassa integrazione salariale sfondano il tetto di 5 milioni di ore autorizzate. "Incrementi da brivido  -  sottolinea il segretario generale Vincenzo Di Pace -  rispetto al dato di febbraio, la cig risulta triplicata. Nel frattempo aumentano le emergenze sociali".

Il capitolo delle vertenze irrisolte presenta ancora da mesi gli stessi nomi: oltre al gigante Ilva, anche Om Carrelli, Vestas, Marcegaglia, Miroglio e Natuzzi sono solo quelli più noti. C'è chi come la Uil segnala la pesante crisi del settore delle costruzioni: "I numeri della crisi del comparto  -  dice Salvatore Bevilacqua, segretario Feneal Uil Puglia  -  sono drammatici. Alla fine del 2014 il settore avrà perso il 32 per cento degli investimenti, pari a circa 59 miliardi di euro". Ma in questo quadro a tinte fosche, non mancano dati in controtendenza. Spetta all'assessore regionale al Lavoro, Leo Caroli, evidenziare il bicchiere mezzo pieno: "Appena un anno fa Bridgestone annunciò la chiusura irrevocabile del suo stabilimento barese. Oggi è in pieno rilancio e non un solo operaio è stato licenziato. Per quanto riguarda Natuzzi invece, il prossimo incontro a Roma il 5 maggio potrebbe riservare delle sorprese". Il riferimento è alle
 nuove aziende interessate a riportare in Puglia una parte della produzione Natuzzi attualmente realizzata in Romania. "Se fosse confermato, sarebbe uno dei rari casi di delocalizzazione di ritorno. Bridgestone e Natuzzi  -  conclude Caroli  -  potrebbero fare scuola".

Fonte: Repubblica

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